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Freikofel 2014

Freikofel 2014

29 luglio – 5 agosto 2014

Foto di Gruppo: P.C. Novara e P.C. Valsesiana

Le incerte condizioni meteorologiche non hanno impedito ad alcuni Alpini dell’Unità di Protezione Civile della Sezione ANA di Novara di partire per la Carnia per l’annuale appuntamento con i lavori di recupero delle trincee e postazioni militari risalenti alla Prima Guerra Mondiale.

Dal 29 luglio al 5 agosto, hanno fatto parte della spedizione Adriano Nestasio, Iginio Mantovan, Gian Marco Ghibaudo, Giovanni Ladu e Renzo Seren. Ai rappresentanti della Sezione di Novara si sono aggiunti anche tre validi esponenti della Sezione Valsesiana: Enzo Ceretti, Enrico Bertona e Ivan Fioroni. Come avviene da anni, inoltre, Pietro Zanelli della Sezione di Udine si è unito al gruppo per dare il suo corposo contributo.

La si può, pertanto, definire una operazione intersezionale, promossa e coordinata da Adriano Nestasio e vissuta da tutti con autentico spirito alpino.

Per un paio di giorni l’esperienza è stata condivisa con gli amici del Gruppo di Ampezzo ai quali ci lega un consolidato senso di stima e di riconoscenza.
Giunti in vetta al Freikofel a m. 1757, quando pioggia e vento non lo impedivano, si è proceduto a scavare e ricostruire muri a secco con un evidente impegno fisico, ma anche con le forti motivazioni morali di chi non vuole che si dimentichino le orribili condizioni nelle quali i nostri nonni/bisnonni si sono trovati a vivere tra il 1915 e il 1918.

Percorrendo oggi quei camminamenti non è possibile non ritenere disumana, inaccettabile una situazione tale di disagio fisico e di lontananza dagli affetti nella più desolante precarietà quotidiana. “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” scriveva in una sua famosa poesia dal fronte Giuseppe Ungaretti.

Il Monte Freikofel (“Cima Libera” in austriaco) sorge nel territorio di Timau, nelle vicinanze del Passo di Monte Croce Carnico.
Per la sua posizione strategica, il Freikofel fu teatro di scontri senza tregua per conquistarne le postazioni. Fu occupato dagli austriaci ancor prima dello scoppio delle ostilità perché dalla vetta essi potevano controllare le artiglierie italiane e le vie di comunicazione a nord di Paluzza. Oltre mille giovani soldati morirono su questa montagna.

È doveroso ricordare l’Associazione Amici Alpi Carniche che si è impegnata nella realizzazione del museo all’aperto e del museo di Timau dove sono custoditi i residuati bellici rinvenuti durante le opere di ripristino. Lindo Unfer e Luca Piacquadio, maggiorenti dell’associazione, ci accolgono ogni anno con cordialità e premura facendoci chiaramente capire che l’A.N.A. Novara ha occupato ai tempi di Luciano Leonardi e Alfredo Greppi e occupa tuttora, con i volontari che si sono recentemente succeduti, un posto di prestigio nel cuore dei timavesi e nella realizzazione del progetto. “Le montagne non sono più percorsi di guerra, ma strade maestre della pace”. Così recita il loro statuto e parole più belle di speranza non si possono dire.

 

Renzo Seren

 

Galleria Fotografica

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