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L’Emozione di essere Alfiere del Labaro Nazionale

L’Emozione di essere Alfiere del Labaro Nazionale

di Claudio Crepaldi

 

Claudio Crepaldi Alfiere del Labaro Nazionale

Nel contesto delle celebrazioni del Centenario del Generale Magnani Ricotti, la Sezione di Novara ha chiesto ai gruppi la disponibilità di quattro alpini per svolgere il compito di Alfiere: due per il Labaro e due per il Vessillo Sezionale.

Per non creare malcontenti si è deciso di affidare alla sorte il compito di scegliere chi dovesse portare il Labaro Nazionale, mediante l’estrazione dei nominativi.
Il fato è stato con me magnanimo perché con immensa gioia uno dei nomi estratti era il mio.
Quel mattino del 2 aprile fui invaso da sentimenti e sensazioni che non credevo di poter provare.
Un sentimento di gratitudine verso quelle 209 medaglie al valor militare appuntate sul Labaro che era tra le mie mani, a simboleggiare i tanti eroi che in quel momento marciavano con me sulle note del “33”: una sensazione indescrivibile.
Lo sguardo fisso e attento al passo, ma sentivo alla mia sinistra la presenza del Presidente Nazionale e gli occhi della folla puntati su di me: “attento Claudio, non distrarti, pensa a quello che stai facendo, pensa a quanti in questo momento vorrebbero essere al tuo posto, ma ci sei tu, ti tocca, l’hai voluto e sii cosciente che un onore così difficilmente ti capiterà ancora”.

Durante la sfilata la mente mi riportava ricordi ormai lontani: il periodo del servizio militare, l’unione che veniva a crearsi fra commilitoni, l’aiutarsi nei momenti più difficili dei campi, la fratellanza, l’appartenenza al corpo, il saper dire presente nel momento del bisogno nelle calamità naturali e il rispetto.
Per immaginare i sentimenti che si provano in certe situazioni, appellandosi ai ricordi, bisogna esserci passati. Non si può avere il ricordo del servizio militare se questo non si è svolto, così come non si può beneficiare degli insegnamenti ricevuti se questi insegnamenti non sono mai stati dati. I nostri giovani, con la sospensione della naia, sono stati derubati di qualcosa e non lo sanno! Gli hanno tolto l’educazione a quei valori che sono fondamentali per chi ama il proprio Paese e che oggi purtroppo vengono ignorati.

Si, mi sono sentito importante: c’ero io a fianco del Presidente Sebastiano Favero a portare il Labaro.
E se per qualcuno questo è qualcosa di poco conto, per me è stato uno dei più bei regali che potessero capitarmi, un grande onore in una giornata che difficilmente potrò dimenticare.
Sensazioni che ancora oggi mi fanno pensare: la gioia, la paura di sbagliare, ma tutto passa!
Quello che non passerà mai sarà il ricordo di quella marcia di 33 battute al minuto che mi dettava come tenere il passo mentre due ali di folla al passaggio del Labaro Nazionale gridavano:
Viva gli Alpini

Art. da montagna
Claudio Crepaldi

 

 

Per tutte le fotografie, i video e il racconto del Centenario di Magnani Ricotti visita la pagina dedicata.

 

 

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